Facebook fa marcia indietro sulla privacy degli utenti

In riferimento all’articolo “Tutti fuori da Facebook”, il CEO (acronimo che sta per Chief Executive Officer e che indica la persona che ha la responsabilità più alta all’interno di una società. È il corrispondente dell’amministratore delegato) di Facebook, Mark Zuckerberg, è intervenuto nel corso dell’ultima edizione della D8 conference, evento organizzato dalla testata specializzata All Things Digital. Un'intervista non semplice per il 26enne creatore del social network più affollato del web. Anche perché i giornalisti Walt Mossberg e Kara Swisher non hanno esitato a parlare subito di privacy, un tema che ha di recente portato il sito in blu a più di un grattacapo.

Zuckerberg si è subito posizionato sulla difensiva dichiarando: "La privacy è molto importante per noi e credo ci siano state delle percezioni sbagliate al riguardo. Non stiamo cercando di lasciare che tutte le informazioni rimangano disponibili. Questa è una menzogna. Anzi, incoraggiamo la gente a mantenere privata la maggior parte dei loro dati. Anche se alcuni di questi, quelli basilari, dovrebbero rimanere pubblici". Zuckerberg ha quindi spiegato di aver ricevuto vari feedback da parte degli utenti, a proposito di impostazioni troppo complesse, che sono state di recente semplificate, in modo da venire incontro a critiche come quella relativa a policy più lunghe della stessa Costituzione a stelle e strisce. Zuckerberg ha sottolineato come il 50 per cento degli utenti di Facebook abbia modificato in maniera significativa le proprie impostazioni, segno evidente di un buon livello di comprensione delle stesse.

Ad esempio, Facebook ora consente agli utenti di impedire a parti terze di accedere alle loro informazioni senza il loro permesso esplicito. Renderà anche disponibili meno informazioni nella directory dell’utente riducendo il numero di installazioni necessarie per rendere private tutte le informazioni da 50 a meno di 15.

Zuckerberg ha detto che le funzioni di Facebook di default continueranno a rendere relativamente facile agli utenti ottenere informazioni reciproche visto che la società si muove sulla sottile linea che separa i diritti alla protezione della privacy dal promuovere il social networking. “Gli utenti utilizzano il servizio perchè a loro piace scambiarsi informazioni”, ha detto l’amministratore delegato e fondatore di Facebook.

Queste mosse dovrebbero tranquillizzare gli utenti di Facebook che hanno protestato perchè preoccupati per le questioni di privacy. Ma, secondo l’analista di Gartner Ray Valdes, ci sono altre voci che proseguiranno: governi, settore pubblico e difensori della privacy. Le questioni fondamentali non svaniranno. E nel tempo riappariranno.

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