Come si sviluppa l’informazione online rispetto a quella contenuta nei giornali cartacei

Uno dei problemi dei giornali cartacei è che con alcuni tipi di notizie (come per esempio le elezioni che si sono tenute in Inghilterra pochi giorni fa) non riescono a stare al passo con i tempi, perché i giornali online danno l’informazione man mano che è disponibile, mentre invece i giornali chiudono alle 22-23 di sera, dopo di che il giornale va in stampa.

I giornali di carta si sono allora concentrati sull’approfondimento ma quando un sito internet è fatto bene non possiamo non notare che c’è anche l’approfondimento. Le nuove forme di informazioni sono molto più brave a descrivere gli eventi per come succedono, il problema però è che a volte siamo così presi dall’avvenimento che diamo troppa enfasi a quello che è lo scorrere dei fatti rispetto al significato che hanno quei fatti nel quadro di insieme (esempio: alcuni giorni fa per uno sbaglio umano l’indice della borsa americana è caduto precipitosamente, i giornali ondine così presi dal seguire la caduta del Dow Jones non si sono resi conto che l’indice nel frattempo era risalito).

Secondo Sofi un anno di internet vale come 7 anni normali. Bisogna notare che in Internet le innovazioni non partono mai dal centro ma dalle estremità, dalle parti più marginali e questo è vero anche se analizziamo i primi quotidiani nati su internet, infatti il primo quotidiano italiano ad andare online è stato L’Unione Sarda che non è un giornale

importante a livello nazionale. Le testate più blasonate arrivano su internet abbastanza tardi e all’inizio la loro strategia è stata quella di tentare di riproporre il giornale cartaceo. Poi i giornali hanno iniziato ad investire, ma tardi e sempre con poche risorse, insomma sono sempre andati molto al risparmio. Il numero dei lavoratori online erano di meno rispetto alla redazione del giornale cartaceo ma con un lavoro maggiore. Infatti mentre il giornale cartaceo ha dei ritmi che consentono un po’ di riposo (per esempio la notte non c’è aggiornamento), in internet si lavora sempre, bisogna sempre aggiornare. Poche persone e l’aggiornamento continuo portano al fatto che sui siti internet si va molto di copia e incolla. Se la fonte è autorevole non ci sono problemi se invece non lo è rischi di fare dei grandi errori. Un’altro problema è che il modello di business usato oggi è un modello che premia le pagine più visitate, quindi quelle più viste vengono aggiornate meglio mentre invece quelle meno visitate sono curate di meno, proprio perché quelle più visitate portano maggior soldi con la pubblicità. Sulla parte alta dell’homepage dei giornali online ci sono di solito le informazioni più cliccate perché la maggior parte dei lettori non arriva in fondo alla pagina per pigrizia.

La Repubblica è l’unico quotidiano al giorno d’oggi che cerca di esse

re veramente nazionale, e per cercare di aumentare i suo appeal a livello nazionale ha aperto una redazione in ogni capoluogo. Hanno scelto anche Parma perché era l’unica città che non aveva un giornale del suo gruppo editoriale (L’Espresso). Aprire un giornale cartaceo era molto dispendioso allora hanno aperto una sezione online (parma.repubblica.it) con una redazione con dei costi molto minori rispetto ad una redazione che sviluppa un giornale cartaceo. Questo utilizzo di internet La Repubblica non lo fa solo a Parma (Parma è un progetto pilota perché è l’unico solo online) ma anche Torino, Bologna, etc. La cosa più importante è proprio quella che cercano di creare una comunità attorno a loro.

Perché i quotidiani online sono fatti cosi?

Perché sono poche le risorse che vengono investite. Questa mancanza di risorse è perché non si è ancora riusciti a trovare un modo per guadagnare veramente con i giornali online.

Se i giornali online facessero pagare per leggerli allora le entrate pubblicitarie crollerebbero perché ci saranno meno pagine visitate infatti quasi nessuno vuole pagare per leggere notizie che su internet trova gratis. La qualità non si può pagare con la pubblicità perché quest’ultima costa di meno su internet, quindi la qualità si trova a non avere le risorse con cui pagarsi.

L’unica possibilità è che i giornali in rete diventassero tutti a pagamento così che la gente deve pagare per forza per trovare informazione di qualità. Lo stanno cercando di fare in Inghilterra il Time e il Sun, ma non hanno ancora iniziato. La loro idea è quella di chiedere alle persone un microabbonamento, cioè chiedono a chi legge più di 2 articoli al giorno di pagare un prezzo irrisorio (2 sterline a settimana) per leggere anche gli altri.

I giornali online avendo delle redazioni piccole utilizzano molto le notizie provenienti dall’agenzie di stampa. Tutta l’informazione tende così ad omologarsi. Infatti le agenzie di stampa prese a dosi pesanti diventano però dei tremendi trend omogeneizzatori all’interno della stampa.

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