Le molteplici "facce" di Google

Cos'è Google?

La maggior parte delle persone a cui si potrebbe porre questa domanda risponderebbero: “E’ un motore di ricerca”. In realtà Google non è un motore di ricerca o meglio non è solo un motore di ricerca. Google è una multinazionale che fornisce servizi attraverso internet per internet e lo fa ormai su tutti i livelli. Il motore di ricerca è solo una delle sue tante facciate.

La parte visibile di Google è sicuramente gratuita, mentre la parte che riguarda i servizi, il controllo del web e la gestione degli spazi pubblicitari è nascosta e a pagamento.

La parola Google deriva da googol termine coniato da Milton Sirrotta (nipote del matematico statunitense Edward Kasner) nel 1938, per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri. L'uso della parola fatto da Google riflette la volontà della società di organizzare l'immensa quantità di informazioni disponibili sul Web. Il termine viene inoltre associato con un gioco di parole all'inglese goggles, binocolo, appunto perché il motore permette di "guardare da vicino" la rete.

A causa della sua popolarità, nella lingua inglese è nato il verbo to google, col significato di "fare una ricerca sul web", in Italia per esempio quando si vuole fare una ricerca sul web si dice spesso “La cerco su Google”! . Il dominio assoluto di Google a livello mondiale rappresenta qualcosa di clamoroso.

Ma come è nato Google?

La storia di Google inizia nel settembre 1998, quando due studenti di Stanford, Larry Page e Sergey Brin, appassionati di matematica, a soli 25 anni fondarono Google. Pocodopo aver fondato l’azienda, per mancanza dei fondi necessari per l’acquisto di nuovi PC e di altro materiale, cercarono di venderla per un milione di dollari a diverse società finanziarie, oltre che a diretti concorrenti come Altavista e Yahoo, ottenendo solo dei rifiuti. Pur essendo tutti concordi nel ritenere innovativo il metodo messo a punto dai due studenti per ottenere con il loro motore di ricerca risultati più pertinenti rispetto ai concorrenti, non ritenevano che l’azienda valesse così tanto. A seguito di questi rifiuti, Larry e Sergey furono costretti ad abbandonare l’università di Stanford per dedicarsi completamente alla loro azienda.

Ma che cosa aveva (e cosa ha) di così innovativo Google rispetto agli altri motori di ricerca, alcuni dei quali (Altavista e Yahoo) dominavano a quei tempi il mercato? Lo scopo dei due fondatori era quello di trovare un modo di catalogare tutte le informazioni presenti in internet e renderle rapidamente e facilmente disponibilia tutti. Intendevano risolvere un problema sentito molto da loro e dai loro colleghi all’università: la difficoltà a reperire facilmente le informazioni presenti in quasi un miliardo di pagine presenti in internet (oggi sono diventate oltre 8 miliardi).

All’inizio non intendevano diventare imprenditori, avevano un futuro di docenti universitari, come lo erano i loro padri. Poi la mancanza di soldi li ha costretti ad occuparsi a tempo pieno del loro “giocattolo”.

L’invenzione più innovativa è stata sicuramente il PageRank, un metodo per determinare l’importanza di una pagina web. Mentre i motori esistenti, per indicizzare e posizionare i siti web nei loro database, si limitavano a contare le ricorrenze, nel testo delle pagine, dei termini cercati dagli utenti, e quindi mostravano ai primi posti siti web non sempre pertinenti con le informazioni desiderate, Page e Brin ebbero l’idea di verificare e contare non solo le ripetizioni delle parole ma anche i link che provenivano da altri siti e che puntavano ad una determinata pagina. Il loro ragionamento era semplice: se un certo sito è citato e consigliato da molti altri significa che ha dei contenuti interessanti e quindi è giusto farlo vedere prima di altri. In realtà il metodo adottato dai due studenti per calcolare il Page Rank è molto più complesso ed articolato; non si limita a contare i link ma tiene conto anche della “qualità” dei contenuti e dell’importanza dei siti da cui provengono i link. Ad esempio, se il sito della Microsoft consiglia o cita il mio sito, lo stesso acquista agli occhi di Google un valore maggiore rispetto al sito di un concorrente consigliato da un’azienda sconosciuta, e quindi avrà un PageRank più elevato del concorrente. Ci sono poi altri fattori che contribuiscono a determinare il PageRank, come l’anzianità del sito, il numero dei visitatori, etc.

Gli utenti, usando Google, si rendevano conto che era più facile e richiedeva meno tempo trovare le informazioni desiderate e pertanto abbandonavano gli altri motori e consigliavano agli amici e conoscenti di fare altrettanto.

La crescita esponenziale di Google all’inizio è avvenuta principalmente grazie al passa parola, l’azienda non ha mai fatto pubblicità. Oggi Google reperisce e gestisce le informazioni presenti su internet grazie ad una propria rete composta da oltre 100.000 Pc. Una potenza di calcolo che nessuna altra azienda al mondo possiede.

Google ha nel suo database oltre 6 miliardi di pagine web e ogni giorno i suoi utenti effettuano 200 milioni di ricerche in oltre 80 lingue. Attualmente è in atto il più ambizioso dei progetti mai attuati: la digitalizzazione dei volumi di intere biblioteche al fine di rendere il sapere umano alla portata di tutti (Google Books).

Il pacchetto azionario di Google, quotata in borsa dall’agosto 2004, vale oggi oltre 100 miliardi di dollari (più di Ford e General Motors messe assieme) e il patrimonio personale di Larry Page e Sergey Brin supera i 10 miliardi di dollari a testa.

Ma da dove provengono questi soldi, considerato che l’utilizzo di Google è gratuito? La risposta è semplice: Google non fa pubblicità a se stesso ma incassa molto per la pubblicità che fa agli altri.

Un’idee brillante di Google è stata la pubblicità contestuale, o mirata: se state cercando ad esempio “noleggio macchine per caffè” vedrete sulla parte destra della pagina dei risultati alcuni link pubblicitari di aziende che noleggiano macchine per caffè o che vendono cialde di caffè. Le probabilità che questa pubblicità dia fastidio sono quindi minime e nello stesso tempo, le probabilità che qualcuno clicchi su questi link sono alte.

Questo consente a Google di far accettare ai suoi inserzionisti di pagare un prezzo più elevato in base ai click sulla pagina rispetto a ciò che pagherebbero per la stessa pubblicità inserita su siti o portali che parlano di calcio, di libri, di corsi, di telefonini o di cronaca.

Inoltre questa pubblicità, se l’inserzionista lo chiede, può essere localizzata per regione o città. Ad esempio, se una azienda vuole pubblicizzare i suoi corsi di formazione ma è interessata solo agli utenti di Brescia, può chiedere a Google di far apparire il suo link solo quando la ricerca di corsi di formazione viene effettuata da utenti di Brescia. In questo modo è più probabile che chi clicca su questi link sia un potenziale cliente.

Google non si limita a pubblicare questi link pubblicitari contestuali sulle proprie pagine ma lo fa anche sulle pagine di centinaia di migliaia di siti partner (a cui riconosce una percentuale degli introiti): Google AdSense Partners.

  • AdSense: gli annunci pubblicitari sono annunci pertinenti con il sito, ovvero tematici, questo per dare al webmaster del sito maggiore probabilità che l'annuncio da lui inserito venga cliccato da parte degli utenti che lo visionano. Google quindi dopo aver scansionato il sito inserisce annunci tematici all'interno di esso.
  • AdWords: consente di inserire annunci sulle pagine dei risultati di Google.

AdSense dipende da AdWords perchè gli annunci che vengono pubblicati nei siti vengono presi dagli annunci che vengono inseriti in AdWords ovvero dagli annunci a pagamento.

Google offre un grande numero di servizi sia gratuiti che non. Oltre ai sopra citati servizi pubblicitari a pagamento abbiamo anche molti servizi gratuiti fra cui possiamo ricordare Gmail (il servizio mail di Google), Google Maps (per cercare strade e creare itinerari), il già citato Google Books, Blogger (piattaforma gratuita per creare un blog), Google Earth (con il quale si può sorvolare tutta la terra e osservare immagini satellitari, mappe, terreno ed edifici 3D), Google News (Servizio di ricerca che importa articoli e flash informativi da fonti web aggiornate) e tanti altri.

Inoltre Google è proprietario di altri siti fra cui il più popolare è sicuramente YouTube, un sito web che consente la condivisione di video tra i suoi utenti, sul quale vengono caricati circa 65.000 video al giorno.

Google ha recentemente ammesso di non aver fornito tutti i dati riguardo alle gestione degli spazi pubblicitari e per la prima volta rivelerà la percentuali di guadagni spettante agli affiliati al suo programma di inserzioni pubblicitarie AdSense. In questo modo spera di chiudere l’istruttoria aperta a sua carico presso l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato dopo la denuncia presentata dalla federazione italiana editori giornali (Fieg).

Inoltre sempre di pochi giorni fa è la notizia che per oltre tre anni, le automobili che Google manda in giro per fotografare le strade del mondo e renderle visibili a tutti su internet (Google Street View) hanno condotto inavvertitamente un'attività collaterale: i sensori delle automobili di Google hanno preso minuziosamente nota del nome e dell'indirizzo di tutti i modem wi-fi che incontravano sul loro percorso. E, nel fare questo, hanno anche intercettato e memorizzato (per errore) pezzi di comunicazioni non criptate che venivano scambiate attraverso questi dispositivi. E’ stata la stessa azienda a rendere nota la notizia spiegando che la raccolta e la memorizzazione di queste informazioni sono avvenute per sbaglio, e che i dati archiviati non sono mai stati usati e verranno cancellati. Ciò nonostante, si tratta di un nuovo duro colpo all'immagine della società su un fronte particolarmente sensibile come quello della privacy. Già poche settimane fa, il motore di ricerca era finito sul banco degli imputati per la gestione disinvolta dei dati degli utenti nel social network Buzz.

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